Revolutionary Road di Sam Mendes
Attenzione! Contiene spoiler.
LUI
Quanto costa la felicità? Essa è una meta raggiungibile o il sogno splendido e disperato, di questi topi in gabbia che chiamiamo: esseri umani? Perché i nostri amici, colleghi, parenti, non ci aiutano (quasi) mai a perseguire la nostra vera natura? Invidia. Capita che per non soffrire ci segua la strada comoda, mediocre, ” fanno tutti così”, ci convinciamo che questa sia la vera e unica vita.
Frank e April un tempo si amavano, come si amano due anime giovani e alla conquista del cielo. Poi quel cielo è diventato sempre più scuro, e la vita subita per abitudine, ha fatto il resto
Un resto composto da rancori, sogni spezzati, lei casalinga infelice e lui annoiato impiegato . Oh, certo c’era il sogno del teatro, che si scontra presto con la realtà. E quella realtà fa troppo male. Come poterne uscire? Forse Parigi, forse la vita vissuta come vuoi e non come puoi.
Rivolutionary Road è un bellissimo film sulla solitudine e sui sogni infranti. Sul come un amore possa ridursi a pianti, scontri, rancore, eppure avere anche momenti in cui il sogno è lì. A portata di mano. Lo puoi vedere, sentire, cosa ci vuole? Coraggio, ecco cosa ci vuole. Di fregarsene della mediocre invidia dei perdenti, dei rassegnati, perché è una questione di scelte. Scegli la felicità e dovrai lottare per conservarla, scegli un obiettivo vero, non vivere sui ricordi di una carriera artistica ormai sepolta, ma lotta per l’amore.
Ecco la cosa che fa veramente male, in codesta pellicola, è che per un momento par che riescano a farcela. Per un momento speri che queste due persone escano dall’infelicità in cui si son ritrovate per inerzia. Invece… Invece ci sono tanti ostacoli che per vigliaccheria pensiamo insormontabili. Lui accetta una promozione, lei si ritrova incinta, gli altri li trattano da scemi perché hanno ambizioni
La mediocrità è la protagonista di questo splendido film. Te la devi gustare tutta. Fa schifo, ma siamo in tanti a berla e quindi perché tu devi esser altro? Così l’amore. Quando dici che sei innamorato, quando affermi che non accetto la religione della fine, quando affermi che credi nella vita di coppia (con le burrasche e tormente) vieni trattato da cretino. Tanto tutto finisce, tanto poi dopo i primi mesi arriva l’abitudine e la noia. E non fanno nulla per uscire da questi tristi luoghi comuni. Così, una bella coppia come Frank e April, vengono travolti dagli eventi e dal loro rancore.
Film tragico, fatto di sofferenze, di struggenti malinconie. Opera che consacra il nome di Sam Mendes come grande narratore di tragedie famigliari e quindi anche sociali, pellicola che ci fa tremare il sangue nelle vene per la bravura assoluta di due grandissimi attori: Leonardo Di Caprio e Kate Winslet. Impossibile rimanere distaccati durante le loro crisi e le loro gioie, vuoi che abbiano quel pezzo di felicità. Quella rivoluzione che è solo il nome di una via. In un quartiere,nazione, vita, che soffoca nel conformismo conservatore. Un vuoto assoluto, senza speranza.
LEI
Revolutionary Road è il nome della strada dove si trasferiscono i giovani protagonisti di questa pellicola di Sam Mendes. Mai nome fu più appropriato e, di certo, Yates, autore del romanzo dal quale il film è tratto, non lo scelse a caso. Perché nella pellicola di Mendes si parla di una rivoluzione che, come quasi tutte le rivoluzioni, finisce nel sangue. Il sangue è quello della protagonista (Kate Wistlet da Oscar, come quasi sempre) e del bambino che porta in grembo. Le vittime, però, sono più di una perché il film non risparmia neppure il marito di lei (Leonardo Di Caprio, la cui proverbiale invisibilità in materia di Oscar è, in questo caso, ancora più scandalosa), distrutto dalla perdita di un legame che aveva contribuito a logorare giorno dopo giorno, né la società in cui vivono, che ne esce sconfitta perché incapace di comprendere ma, soprattutto, di solidarizzare con le scelte dei due protagonisti.
Revolutionary Road racconta quel momento preciso in cui la vita di ognuno di noi potrebbe cambiare se solo compissimo quella determinata azione. La vita è continuamente fatta di scelte e tutti noi scegliamo anche quando non ci rendiamo conto di farlo. E quasi tutti noi scegliamo l’infelicità. Perché essere veramente se stessi, essere davvero felici, sentirsi realizzati ci atterrisce. La felicità ci spaventa molto di più dell’infelicità. So che sembra paradossale ma pensateci bene. Guardatevi intorno e ditemi cosa vedete. Vedete le guerre, la solitudine, le storie che finiscono, la povertà, le malattie. Perché in pochi hanno il coraggio di guardare tutto il bello che, nonostante il brutto che ci circonda, esiste e resiste. Perché per vederlo occorre uscire dalla propria tana di tranquillità e rischiare, andare controcorrente, lottare. Ed è sempre più facile arrendersi che lottare. Più facile adeguarsi anziché ribellarsi.
Ecco, Revolutionary Road parla proprio dell’istante in cui la vita di due persone, di una coppia, avrebbe potuto essere diversa, svoltare verso la realizzazione e la felicità. E parla di come tutti coloro che li circondano contribuiscano a distruggere questo sogno, ad abortire questo desiderio. E di come, inevitabilmente, ci riescano.
Revolutionary Road è un film duro, difficile da guardare e quasi impossibile da metabolizzare. Perché tutti siamo coinvolti in quello che racconta, nessuno escluso.
Mendes, come sempre, basa tutto su una ricostruzione di ambienti e atmosfere minuziosa e perfetta e si fa sostenere dalla prova di due grandissimi attori che sanno recitare con ogni singolo muscolo del corpo. Guardate lo sguardo commosso di Di Caprio quando la moglie gli fa trovare la torta di compleanno: sono una manciata di secondi di puro cinema. E la Wistlet passa con una naturalezza incredibile dalla felicità estrema al dolore più profondo senza mai risultare sopra le righe.
Il film è arricchito dalla convincente interpretazione dei comprimari, tra tutti Kathy Bates, nel ruolo dell’agente immobiliare che vende ai Wheeler la casa di Revolutionary Road, e Micheal Shannon, favoloso nel ruolo del figlio di lei che esce da un internamento nel locale manicomio.
Ottima recensione, c’è da dire che già il romanzo è di una bellezza assoluta. Non sono sicura che se anche fossero riusciti a fuggire via la loro vita sarebbe cambiata, forse sarebbe stata solo una tregua. Si tratta proprio di una rivoluzione impossibile, si è sempre in viaggio verso questa rivoluzione, è una strada pericolosa, a tratti insanguinata. Bravi ragazzi, continuerò a leggervi 🙂
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Grazie Ema! Io non credo che sia impossibile scegliere di non arrendersi ad una vita che sentiamo imposta più che scelta. Di sicuro è un sentiero difficilissimo da percorrere e, nel caso di una coppia, bisogna essere profondamente uniti per farlo insieme. Infatti, nel film, tutto si incrina proprio perché si perde questa unione e Frank ed April cominciano a percorrere strade diverse.
Ma sono consapevole che la storia non si fa con i se o i ma e se qualcosa non è accaduto non sapremo mai se sarebbe potuto accadere.
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Molto probabilmente no. E per questo hanno scelto di non scegliere e di lasciarsi trascinare. La felicità terrorizza profondamente ognuno di noi e quindi si cerca di razionalizzare e di non deludere amici e vicini. L’unico che li comprende è l’immenso Shannon, un matto. Ma sarà matto davvero?
prenderò il libro
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Bellissime riflessioni per un ottimo film
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Grazie,Maria Chiara. Si, codesta pellicola è di una bellezza devastante. Impossibile non commuoversi e sentirsi vicini a loro
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